Il volo della rondine
- Alessio Fabbrini
- 13 gen 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Nelle spesso affollate e severe sale di pratica Shotokan è comune praticare un kata chiamato "Enpi" ossia "volo di rondine", soprattutto nelle sessioni di allenamento per cinture nere. Il kata Enpi viene considerato uno dei più caratteristici dello stile Shotokan, per via dei suoi movimenti ampi e repentini, cambi di direzione fulminei, slanci e salti. Il nome stesso, almeno quello attribuito al kata da Gichin Funakoshi, porta i segni dell'irruenza dei cambi di altezza nel corso della sua esecuzione. Enpi è un caso esemplare di come le antiche tradizioni del Karate originario - meglio parlare di Uchinadi- siano state sconvolte, cambiate, manipolate e siano mutate così profondamente da risultare irriconoscibili.

In realtà questo kata non è appannaggio dello Shotokan Karate, ma lo si ritrova in numerosi altri "stili": Wadoryu, Isshinryu, Shitoryu, Shorinryu, Shorinkan, Tang Soo Do, etc. Tuttavia se prendeste due praticanti degli stili citati e gli chiedeste di dimostrare per voi questo kata vi trovereste davanti a forme molto diverse tra loro e con nomi differenti.
Quindi il volo della rondine non sarebbe più tanto facile da riconoscere...
Il nome Enpi o Empi fu dato dal maestro Funakoshi, durante la "giapponesisazione" del Karate pirma della seconda guera mondiale. Il cambio di nomenclatura non solo rese il kata più accettabile dai giapponesi, ma cancellò anche per intero la sua storia e la sua origine. Il nome originale della forma era, ed è negli stili di okinawa, Wanshu o Wansu. Come al solito sono i fonemi ad essere conservati e tramandati, quindi nessuno sa con esattezza quali ideogrammi rappresentassero il nome della forma e il suo "reale" significato. Tuttavia la storia può spesso correre in nostro aiuto....ed è fortunatamente questo il caso.
Come tutti ben sanno Okinawa e l'entroterra giapponese sono due mondi diversi: geografia diversa, storia differente, lingua diversa e anche persone differenti. Fino al periodo della restaurazione Meiji (1868) Okinawa è stato un punto nevralgico per gli scambi commerciali (e culturali) dell'Asia, qui molte culture sono venute a contatto influenzandosi vicendevolmente. Ma per gli abitanti di questa piccola isola la Cina ha sempre rappresentato un luogo speciale: ricco, sfarzoso, antico, magico, polo di riferimento culturale e..alla moda. Addirittura il nome stesso del Kara-Te fu al centro di una nota disputa.....ma questa è un'altra storia.
Nel 1683 nel villaggio di Tomari, Okinawa, arrivò una delegazione diplomatica cinese, inviata della dinastia imperiale Qing. Il capo della delegazione era un ambasciatore cinese di nome Wang Ji, famoso come poeta, calligrafo ed eccelso combattente di uno stile di Chuan Fa (pugilato cinese) chiamato "la gru bianca di Fujian". In cinese mandarino "Wanshu" può significare "polso eccellente" oppure "serie (o forma) di Wang".

Tirando le conlusioni, senza sforzarsi troppo, risulta evidente che il kata Wanshu sia stato creato da Wang Ji in persona o dagli allievi che sicuramente ebbe nel periodo trascorso ad Okinawa. Secondo quest'ottica il kata non sarebbe altro che l'essenza delle conoscenze e dei principi che Wang Ji conosceva e applicava in combattimento.
In questo senso quindi il kata rappresenta l'eredità combattiva lasciata da Wang Ji ai suoi studenti, come un seme racchiude il patrimonio genetico di una pianta.
Nel corso dei secoli, con la trasmissione delle conoscenze, il kata è cambiato e varie versioni sono state create, ciascuna con le sue peculiarità.
Le versioni principali sono: Matsumura no Wanshu, Itosu no Wanshu e Kyan no Wanshu, ma ne esistono molte altre. La versione di Itosu fu trasmessa a Funakoshi ed egli la modificò e ne cambiò il nome nel familiare e più poetico "Enpi" o volo della rondine..
Indipendentemente dalla versione che pratichiamo i principi di Wang sono ancora nascosti nel kata e siamo tutti parte della trasmissione di conoscenze iniziata a Tomari nel 1683 da un dignitario cinese di cui molti non ricordano il nome.
Kommentarer